Quando ero bambina e fino ad una certa età (non ricordo bene quale in questo momento), ogni volta che facevo un sogno “cattivo”, mi svegliavo e pensavo “adesso chiudo gli occhi, mi rimetto a sognare, e il sogno andrà così!”
Chiudevo gli occhi, mi riaddormentavo e il sogno andava esattamente come volevo.
Poi ho smesso di sognare, o almeno di ricordare i sogni.
Devo anche dire che sono sempre stata abbastanza fortunata: sogni strampalati ne ho fatti e ne faccio tanti, ma brutti pochi, da sempre.
Comunque, quando decisi di chiedere alle persone cosa sognavano, ascoltando i loro racconti pensai, in alcuni casi: “Io l’avrei fatto andare diversamente!"
Ma coi sogni degli altri non lo potevo fare.
Mentre cercavo immagini che raccontassero ciò che mi veniva raccontato, il desiderio di determinarne l'esito smise pian piano di farsi sentire.
Probabilmente, però, si era messo solo in un angolo della mente continuando a rimuginare in cerca di una soluzione.
Ero ancora quella bambina testarda in fondo, da qualche parte.
Ad un certo punto ecco una vocina: "Perché no? Li metti tutti insieme, ne fai un unico grande sogno e allora sì che puoi farlo andare come vuoi!"
Le persone fanno molti brutti sogni, le sensazioni dei loro sogni sono brutte, solo raramente c’è della bellezza, solo raramente c’è della tranquillità. Ma se li metti tutti insieme alla fine può essere che camminando dentro un pezzo dei loro stessi sogni possano infine riuscire a trovare il modo per trovare delle sensazioni buone e leggere con le quali camminare.